Il 2025 ci offre un quadro molto chiaro — e un po’ preoccupante — sull’equilibrio tra lavoratori e pensionati. Un equilibrio che si sta assottigliando, e che pone nuove sfide anche per chi lavora nella consulenza assicurativa.
Il quadro attuale
L’Italia continua a essere un Paese che invecchia, con numeri che parlano da soli:
- Popolazione residente: 58,9 milioni di abitanti
- Nascite annue: circa 370.000 nel 2024, un nuovo minimo storico
- Pensioni in essere: 17,99 milioni (dati INPS 2025)
- Beneficiari di prestazioni pensionistiche: 16,23 milioni
- Contributori INPS: circa 27 milioni
In pratica, oggi ci sono 1,66 lavoratori per ogni pensionato, mentre all’inizio degli anni 2000 erano 2,4.
Significa che il sistema si regge su un equilibrio sempre più delicato: meno persone lavorano, più persone vanno in pensione. È un trend che impone una riflessione su nuove forme di previdenza e su come sostenere il sistema nel lungo periodo.
Cosa ci dicono i dati
Nel 2024 l’INPS ha liquidato oltre 830.000 nuove pensioni, per un importo medio mensile di circa 1.246 euro.
La maggior parte, circa il 61%, è legata alla pensione di vecchiaia.
Oggi la spesa pensionistica rappresenta oltre il 15% del PIL, e le stime dicono che potrebbe superare il 17% entro il 2036, prima di scendere gradualmente con l’entrata a regime del sistema contributivo.
In altre parole, il peso della previdenza resta altissimo e continuerà a esserlo ancora per un bel po’.
Le prospettive demografiche
L’aspetto più critico riguarda proprio la demografia. La popolazione italiana sta invecchiando rapidamente e il numero di persone in età lavorativa è in costante calo.
Anno | Quota over 65 | Old-age dependency ratio (65+ / 15–64) |
2025 | 24,8% | 39% |
2030 | 27,8% | 46% |
2050 | 34,5% | 63% |
Se guardiamo avanti, entro il 2050 il rapporto tra popolazione attiva e anziana sarà 1:1.
Significa che per ogni persona al lavoro ci sarà un pensionato da sostenere: una sfida enorme per il welfare, la fiscalità e il risparmio privato.
Cosa significa per i consulenti assicurativi
Questo scenario apre inevitabilmente nuove responsabilità e opportunità per chi lavora nella consulenza assicurativa:
- Aumenta la domanda di consulenza previdenziale: le pensioni pubbliche saranno sempre meno generose, e cresce il bisogno di piani integrativi personalizzati.
- Serve una pianificazione di lungo periodo: la maggiore longevità impone portafogli più solidi e orizzonti d’investimento più lunghi.
- Le PMI possono giocare un ruolo importante: il welfare aziendale e la gestione del TFR diventano strumenti chiave per sostenere i dipendenti nel futuro.
- Il passaggio generazionale diventa centrale: l’invecchiamento della popolazione spinge a ragionare su successione, patrimonio e continuità d’impresa.
In sintesi
- L’Italia conta quasi 18 milioni di pensioni attive e solo 1,7 lavoratori per pensionato.
- La spesa previdenziale rimane elevata, intorno al 15–16% del PIL, con un picco atteso entro il 2036.
- Le tendenze demografiche rendono la pianificazione previdenziale privata una necessità, non più un’opzione.
Per chi opera nel mondo della consulenza assicurativa, conoscere questi numeri non è solo utile: è fondamentale per accompagnare i clienti verso scelte più consapevoli, sostenibili e orientate al futuro.
Parlare di pensioni non significa solo parlare di numeri o di conti da far quadrare.
Significa parlare di tempo, di futuro e di fiducia: fiducia nella possibilità di costruire, oggi, la sicurezza di domani.
Ogni decisione previdenziale è una forma di cura verso se stessi e verso chi amiamo.
E per chi accompagna i clienti in questo percorso — come consulente, formatore o manager — è un’occasione per dare significato concreto al proprio lavoro: aiutare le persone a sentirsi più libere, più sicure, più serene.