Il legame tra demografia e sistema pensionistico è un tema cruciale per il futuro economico e sociale dell'Italia. L'invecchiamento della popolazione, il calo delle nascite e il numero sempre più ridotto di giovani lavoratori stanno mettendo sotto pressione la sostenibilità delle pensioni pubbliche.
L'equilibrio del sistema previdenziale dipende dal rapporto tra lavoratori attivi e pensionati: meno persone in età lavorativa significa meno contributi versati e una maggiore difficoltà nel garantire assegni pensionistici adeguati. Questo rende indispensabile una pianificazione previdenziale consapevole e tempestiva.
Un Quadro Demografico in Evoluzione
L'Italia sta vivendo un cambiamento demografico senza precedenti:
- Natalità ai minimi storici: Con un tasso di circa 1,3 figli per donna, l'Italia è tra i paesi con il più basso indice di natalità in Europa. Questo significa meno giovani pronti a entrare nel mercato del lavoro e sostenere il sistema pensionistico.
- L'età media continua a salire: Nel 2000, l'età media era di circa 40 anni; oggi ha superato i 45 e si prevede che continuerà ad aumentare.
- Il rapporto tra lavoratori e pensionati si sta sbilanciando: Se nel 2000 c'erano circa 4 lavoratori per ogni pensionato, oggi il rapporto è di circa 2 a 1 e potrebbe scendere a 1,5 a 1 entro il 2040.
Come Sta Cambiando la Piramide Demografica?
Anno | Popolazione < 18 anni | Popolazione 18-65 anni | Popolazione > 65 anni |
2000 | 22% | 62% | 16% |
2020 | 18% | 58% | 24% |
2040* | 16% | 52% | 32% |
(*Proiezione basata su dati ISTAT)
Il nostro sistema pensionistico si basa sul principio della ripartizione: i contributi versati dai lavoratori attivi vengono utilizzati per pagare le pensioni dei ritirati dal lavoro. Tuttavia, con sempre meno giovani che entrano nel mondo del lavoro e più persone che vanno in pensione, il sistema rischia di non reggere nel lungo periodo.
I RISCHI DI UNA MANCATA PIANIFICAZIONE PENSIONISTICA
Molti lavoratori trascurano la necessità di pianificare il proprio futuro pensionistico. Ecco i principali pericoli di una strategia previdenziale assente o insufficiente:
- Assegno pensionistico ridotto
- Il passaggio dal metodo retributivo al metodo contributivo penalizza chi ha carriere discontinue o retribuzioni basse.
- Esempio: Un lavoratore con una carriera frammentata potrebbe ricevere una pensione pari solo al 40-50% del suo ultimo stipendio.
- Aumento dell'età pensionabile
- Con l'aumento dell'aspettativa di vita, i requisiti per accedere alla pensione potrebbero diventare ancora più stringenti, obbligando molti a rimanere più a lungo nel mercato del lavoro. Oggi il sistema pubblico prevede la pensione di vecchiaia al compimento del 67° anno di età ma possiamo calcolare che tra 10 anni l’età anagrafica di pensionamento sarà prossima ai 70 anni.
- Difficoltà economiche post-lavoro
- Senza una pensione integrativa o un piano di risparmio, il rischio di un drastico calo del tenore di vita dopo il pensionamento è elevato.
Quanto si riduce il reddito con la pensione pubblica?
Reddito Annuo da Lavoro | Stima Pensione Pubblica | Differenza |
30.000 € | 15.000 € | -50% |
40.000 € | 20.000 € | -50% |
50.000 € | 25.000 € | -50% |
COME METTERSI AL SICURO: PIANIFICARE IL PROPRIO FUTURO PENSIONISTICO
Per garantire una maggiore sicurezza economica nella terza età, è fondamentale adottare una strategia previdenziale efficace. Ecco alcuni passi concreti:
- Monitorare i propri contributi previdenziali
- Controllare regolarmente l'estratto conto previdenziale INPS.
- Verificare eventuali periodi contributivi mancanti e colmarli se possibile.
- Valutare una pensione integrativa
- Investire in fondi pensione complementari per aumentare l'assegno pensionistico.
- Sfruttare i vantaggi fiscali offerti dallo Stato per chi aderisce alla previdenza complementare.
- Diversificare le fonti di reddito
- Considerare investimenti in immobili, strumenti finanziari o altri asset per costruire una sicurezza economica a lungo termine.
- Creare un fondo di risparmio per eventuali necessità future.
Il Consulente Assicurativo ha l’onere di informare i propri clienti, e quelli che verranno, sul rischio pensione, ossia sulle implicazioni di una decisione non presa che può comportare conseguenze importanti in futuro.
Ma non solo!!!
Sapendo quantificare al cliente l’importo della Pensione maturata ad Oggi (invalidità, inabilità e premorienza) è possibile ragionare (e quantificare) le esigenze di Protezione, per se e per la sua famiglia, e trovare subito delle soluzioni adatte per colmare le scoperture più urgenti che possono significare la sopravvivenza e non solo il mantenimento del tenore di vita futuro.
Facciamo un semplicissimo calcolo di una pensione di invalidità
(e di premorienza)
LORENZO 41 anni – sposato 2 figli (12 e 9 anni) stipendio lordo annuo 36.000 euro (nell’ipotesi lavora da 16 anni a reddito costante)
36.000 x 16 anni = 576.000 euro x 33% (contribuzione Inps) = 190.080 (montante contributivo)
Pensione di invalidità e anche in caso di premorienza:
190.080 x 4,204% = 7.990 euro annui ossia
615 euro al mese (13 mensilità)
Basteranno per mandare avanti la sua famiglia???
(di seguito la tabella aggiornata con i coefficienti di trasformazione per il biennio 2025-2026)